giovedì 4 agosto 2011

Bessie Smith, Queen of the Blues

Bessie Smith nacque a Chattanooga, nel Tennessee, molto probabilmente il 15 aprile 1894. Nel Sud, in quegli anni, un lavoro decente per i poveri neri, non c'era. Molti si rassegnavano a diventare braccianti, altri venivano tentati dallo show business. Chattanooga, a più di cento miglia da Nashville, era una città che alla fine dell'800 contava 30,000 abitanti, e più della metà erano neri.
Bessie cominciò a cantare che era ancora bambina. Si esibiva nella sua città natale, nella via dove si svolgeva la vita notturna della comunità nera.
Tutto serviva per sfamare se stessa e la sua famiglia.


Il blues intorno agli anni '20
, era ancora una forma di poesia rurale, relegata agli stati del Sud e cantata da artisti prevalentemente anonimi. Bessie, con le sue prime registrazioni alla Columbia nel 1923, diventò presto una figura di riferimento per questo genere musicale. Il successo arrivò immediato, una specie di "blues gold rush". Il pezzo che vendette 780,000 copie in meno di 7 mesi (una cifra astronomica per quei tempi), fu "Down Hearted Blues".

Bessie si sposò due volte. Del primo marito non si sà molto, morì durante la prima guerra mondiale, mentre il secondo Jack Gee, ebbe un ruolo più importante nella vita della cantante, anche se spesso in senso negativo. Il loro matrimonio durò 6 anni, durante i quali frequenti furono i litigi. Jack era sospettoso nei confronti di bessie, che non solo aveva cominciato a bere, ma lo tradiva sia con uomini che donne con una certa disinvoltura.
Bessie scriveva anche le sue canzoni. Non era particolarmente originale nei testi, d'altronde non lo erano i blues in genere. Era pratica comune prendere in prestito versi da altre canzoni e crearne di nuovi attraverso un "taglia e incolla". Il grande successo di Bessie verso la metà degli anni Venti e il conseguente miglioramento della sua situazione economica, portarono la cantante a prendersi cura delle sorelle che fece venire a Filadelfia e alle quali regalò un ristorante.

Nel 1925 decise di comprarsi una carrozza ferroviaria per potersi spostare comodamente da una città all'altra, ma anche per evitare le difficoltà nella ricerca di un alloggio, che non era facile a quei tempi per gli artisti di colore.
Il treno era bellissimo: giallo acceso con le scritte verdi che annunciavano "The Empress is in Town".

La carrozza era lunga 24 metri circa, capace di trasportare l'intera troupe e lo show. Ognuna delle sette cuccette poteva ospitare comodamente 4 persone. In più, nel piano basso, c'erano posti per 35 persone. La cucina era provvista di acqua corrente calda e fredda ed era grande abbastanza da contenere tutta la troupe. Era Bessie stessa, e sua nipote Ruby, che si occupavano dei pasti, cucinando personalmente. Tutti collaboravano, persino i musicisti dovevano qualche volta pelare le patate. Il menù era quello tipico del Sud: stufato di zampone, trippa fritta, riso e fagioli. Una marching band sfilava per la città, suonando i motivi più festosi come "St Louis Blues" oppure "There'll Be a Hot Time in the Old Town Tonight". Gli affari andavano bene, ma gli sperperi del marito, il vizio del bere e il mantenimento delle sorelle, la portarono a spendere più di quanto guadagnasse. Accadeva talvolta che per riappacificarsi con il marito dopo l'ennesimo litigio, Bessie gli regalasse qualcosa di molto costoso, senza badare a spese Bessie frequentava i locali dove poteva bere abbondantemente e talvolta capitava nei "buffet flats" che, negli anni '20 erano luoghi dove spassarsela senza troppi divieti o rischi che la polizia facesse retate.



Erano dei clubs privati che offrivano di tutto: spettacolini erotici, gioco d'azzardo, liquori di contrabbando ed altro. Erano di soliti gestiti da tenutarie che, in modo efficiente e professionale, tenevano al sicuro i contanti che i clienti affidavano loro all'inizio della serata, che poi venivano ritirati di volta in volta, durante la notte, in base alle esigenze dei clienti. Un'altra forma di divertimento molto diffusa tra la comunità nera di Harlem, ma molto più a buon mercato, erano i "rent parties",una sorta di feste private organizzate col fine di raccogliere il denaro per pagare l'affitto della casa in cui si teneva la festa. Il buffet era semplice e casalingo:pesce o pollo fritto, piatti fumanti a base di interiora e cattivo liquore a volontà.
Uno dei blues più famosi di Bessie recitava così "Gimme a reefer and a gang of gin". Non è difficile ravvisare una tipica atmosfera da rent party.
Si mangiava, si beveva, si giocava d'azzardo fino all'alba. Un pianista o un chitarrista, fornivano la musica, ed a loro era dispensato il costo del biglietto e quello della consumazione.
Qualche volta Bessie amava vestirsi elegantemente, pelliccia e gioielli,ma non ostentava mai la sua nuova ricchezza. Continuò ad avere, anche nei momenti di maggiore successo, una forte comprensione per i meno fortunati, forse perché non dimenticava le sue origini. Odiava i parvenus neri che scimmiottavano i ricchi bianchi.

Il pubblico del blues annoverava anche dei bianchi delle aree rurali del Sud. Negli anni '20 il Ku Klux Klan era particolarmente pericoloso, ed in alcune comunità della campagna i membri di questa setta erano attivi con le loro rappresaglie, approfittandosi delle paure e dei sospetti che alcuni bianchi delle zone di campagna nutrivano per la comunità nera.

Bessie era consapevole che tra i suoi fans del Sud, quegli stessi che ridevano alle sue battute e che applaudivano ai suoi spettacoli, potevano nascondersi degli affiliati al Ku Klux Klan. Nonostante ciò, non dava molto peso a questi fatti quando girava negli stati del Sud.
Ma una calda notte del luglio 1927, un gruppo di incappucciati fece visita al suo tendone. Bessie era appena uscita di scena ed il pubblico la stava richiamando sul palco per un bis. Era una serata estiva caldissima ed uno dei musicisti era uscito fuori per prendere una boccata d'aria, quando udì delle voci che venivano da lì vicino. Quello che si presentava ai suoi occhi era terrificante: circa sei persone incappucciate stavano armeggiando vicino alle corde che legavano le impalcature della tenda. Il musicista si precipitò da Bessie,e riuscì a balbettare qualcosa di ciò che stava accadendo. Bessie non perse tempo. Chiese ad alcuni ragazzi della troupe di seguirla e si diresse verso l'esterno.
Ecco come viene riportata la scena nella biografia della cantante secondo i ricordi di Maud, la cognata.

"Bessie sembrava non aver paura mentre si dirigeva spedita verso quegli sconosciuti, fermandosi a pochi passi da loro. Mi è stato raccontato che affrontò gli uomini del Klan con le mani sui fianchi, come faceva di solito quando veniva infastidita da qualcosa […] e che mostrò il pugno a tutti loro.[…] Bessie urlò "- Che cazzo avete intenzione di fare? Toglierò le tende se proprio devo, ma voi levatevi quei cappucci e filate!" Gli uomini del Ku KLux Klan, troppo sconvolti dall'affronto per muoversi, rimasero lì imbambolati. Bessie gli lanciò dietro tante di quelle parolacce che essi si voltarono e scomparvero silenziosamente nel buio. "Non ho mai visto una stronzata del genere" disse Bessie usando una delle sue espressioni preferite e ritornò verso i suoi ragazzi. "Quanto a voi, non siete che un mucchio di checche".

Poi ritornò nella tenda come se avesse sistemato una faccenda di tutti i giorni.


Nel 1929 Bessie si separò definitivamente dal marito dopo un periodo particolarmente difficile, dovuto anche all'affidamento di Jack Gee Junior,il bambino che la coppia aveva adottato illegalmente anni prima. Inoltre ormai da tempo, Bessie era a conoscenza della relazione che il marito aveva con Gertrude Saunders, una cantante e ballerina, i cui spettacoli erano finanziati da Jack, con i soldi di Bessie. Tra le due donne c'erano profonde differenze, fisiche, artistiche e psicologiche. Bessie affrontò fisicamente la sua rivale ben due volte. La seconda volta, dopo averla picchiata e lasciata in stato semicosciente in un marciapiede di Harlem, all'arrivo della polizia, se la cavò con una multa da pagare.

Il 1929 è anche l'anno che vide Bessie protagonista di un film, un cortometraggio, intitolato "St Louis Blues" diretto da Dudley Murphy.



Recitava la parte di una donna, di nome Bessie per l'appunto, portata all'alcolismo dal suo ragazzo, Jimmy, un uomo affascinante, ma opportunista e crudele.
Una delle scene iniziali ritrae la cantante mentre scopre il suo uomo in compagnia di un'altra donna in camera da letto. Dalle parole, si passa allo scontro fisico e Bessie viene scaraventata a terra. Guarda caso si trova a tiro una bottiglia di liquore che afferra e alla quale si attacca, prima di lanciarsi in una struggente introduzione di St Louis Blues. La scena passa ad un bar affollato con Bessie disperata al bancone del bar. Le persone che affollano il locale, non sono altro che il coro "Hall Johnson Singers", che fanno da sottofondo con un suggestivo accompagnamento vocale. Ad un certo momento si spalanca la porta ed appare Jimmy. Tutti sono contenti di vederlo, compresa lei, che gli cade tra le braccia. Fanno appena due giri di ballo, quando lui, senza farsi accorgere, le sfila dei soldi dal vestito, poi con la stessa baldanza con cui è entrato se ne va, lasciandola da sola con la sua disperazione e la sua birra. Bessie finisce il suo blues con il bicchiere in mano. In questa occasione diede prova di possedere un notevole temperamento di attrice drammatica.

La Depressione mise in seria crisi la vendita dei suoi dischi., tra il 1930 e il 1931 se ne vendettero poche migliaia Erano passati di moda i blues troppo tristi e così anche il vaudeville di cui Bessie era stata artista incontrastata. Chiudeva i battenti anche il Lincoln Theatre di Harlem, che veniva trasformato in una chiesa battista.

Nel 1933 Bessie entrò per l'ultima volta in uno studio d'incisione. Ad attenderla c'erano musicisti noti come Jack Teagarden, il trombettista Frankie Newton, il pianista Buck Washington, il tenorsassofonista Chu Berry e qualche altro. Partecipava alla registrazione anche Benny Goodman. Tra i pezzi, che alcuni critici considerano le sue incisioni migliori, c'erano "Gimme a pigfoot", "Do your Duty", "Take me for a Buggy Ride" e "Down in the Dumps" Dopo questa registrazione, lo studio rimase chiuso per il week-end. Si riaprì il lunedì successivo per il debutto di una nuova cantante diciottenne. Si chiamava Billie Holiday.

Gli anni successivi furono difficili per la cantante e per il blues. Nonostante tutto, Bessie non si ridusse in miseria. L'uomo al quale si era legata dopo la fine del suo matrimonio, era Richard Morgan, un gangster di Chicago che aveva fatto i soldi con il contrabbando di alcol. Dopo anni di litigate furibonde con il suo ex marito, Bessie sembrò trovare un po' di stabilità affettiva. Richard era un abile uomo d'affari, non era avaro con i suoi soldi, ma non li sprecava. Secondo i ricordi di chi lo conobbe, era anche un bell'uomo, alto affascinante ed elegante.

La carriera di Bessie sembrava essere ormai alla fine. Lo swing e il jazz stavano prendendo il posto del blues. Qualche altra occasione, comunque, si presentò ancora. Una le fu offerta nel 1936 dalla direzione del Connie's Inn a Harlem, la seconda fu una partecipazione ad uno spettacolo musicale che girava nel Sud, intitolato Broadway Rastus.

Fu durante uno dei trasferimenti da una città all'altra, che Bessie restò vittima di un incidente automobilistico che le costò la vita.

Era il 26 settembre 1937. Bessie aveva deciso di non andare in treno, ma di farsi accompagnare da Richard Morgan con la sua vecchia Packard. Guidava lui perché Bessie non aveva la patente. Era circa l'una di notte quando partirono da Memphis, diretti a Clarksdale, a circa 100 chilometri più a sud. La strada era buia e sembrava non finire mai. All'improvviso si trovarono davanti un grosso camion che si era fermato a lato della strada,e che si era appena rimesso in moto. Richard non riuscì ad evitarlo. Con l'urto l'auto si rovesciò su un fianco. Bessie rimase gravemente ferita, un avambraccio le fu quasi staccato dal braccio. Per caso, un medico che transitava a quell'ora di notte con un amico, si fermò per prestare i primi soccorsi. Vista la gravità della situazione, mandò il suo amico a chiamare un'autoambulanza. Richard era rimasto illeso.

La Chevrolet del dottore era ferma in mezzo alla strada. Sopraggiunse un'altra vettura, che andava a circa 60 km all'ora e tamponò la macchina del medico, che a sua volta andò addosso alla vecchia Packard. Gli occupanti dell'ultima vettura erano una coppia di bianchi, che ritornavano da un party. Dovette essere chiamata una seconda ambulanza. Bessie fu trasportata all'Afro American Hospital G.T.Thomas di Clarksdale, mentre gli altri due feriti al poco lontano ospedale per bianchi. Entrambe le strutture erano piccoli ospedali campagna, non sufficientemente attrezzati per affrontare gravi emergenze.

Bessie morì dissanguata forse prima di raggiungere l'ospedale o poco dopo.
Sulle circostanze della morte e su tutto ciò che seguì, si sono scritte e dette molte cose.
La morte di Bessie si trasformò in una "cause celèbre", tanto che divenne un'opera teatrale "The Death of Bessie Smith" di Edward Albee, ed andò in scena a Berlino nel 1960. La versione che circolò per un po' di tempo, fu che Bessie fu portata d'emergenza in un ospedale per bianchi e che le furono negate le cure necessarie. Tutto era nato da un articolo pubblicato per la rivista "Down Beat", scritto un po' di getto da John Hammond, che aveva raccolto solo delle voci.

Si capì tempo dopo, fatte le dovute indagini, che Bessie fu subito portata all'ospedale per afro americani. A quel tempo con la segregazione negli stati del sud, nessuna persona di colore sarebbe stata affidata ad una struttura ospedaliera per bianchi. I funerali si svolsero a Filadelfia e parteciparono circa settemila persone. La tomba della cantante rimase senza lapide perché il marito dichiarò di non avere i soldi per affrontare la spesa. Fu fatta una sottoscrizione, per aiutarlo a provvedere, ma lui spese il denaro per altro.

Solo nel  1970 una delle cantanti di punta della Columbia, la grandissima Janis Joplin, si adoperò  a sostenere le spese per una lapide ed un piccolo monumento.
Ci vollero 500 dollari.
Sulla lapide fu scritto "The greatest blues singer in the world will never stop singing" .... due mesi dopo anche Janis morì e  anche questa dovrebbe essere un'altra grande storia da raccontare.

Artisti come Annette Hanshaw, Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Mahalia Jackson, Norah Jones e appunto la grande Janis Joplin si sono ispirati a lei e alla sua arte.

(parte del testo: fonte da Jazz Italia - www.jazzitalia.net)