Sister Rosetta Tharpe, classe 1915, è stata una cantante statunitense, pioniera della musica Gospel. Fu anche autrice ed ebbe una grande popolarità negli anni trenta e quaranta grazie alla sua particolare fusione di spiritual, rock, blues & swing.
Considerata come la prima grande star del Gospel fin dal 1930, è conosciuta anche come la "original soul sister" della musica su vinile e pur non essendo la prima blueswoman con chitarra, è stata certamente tra le più scoppiettanti e brave della storia Afro-americana.
Nata in una piantagione di cotone in Arkansas, ha iniziato ad esibirsi all'età di quattro anni, accompagnando la madre che suonava il mandolino. Alla fine del 1920 si trasferì con la famiglia a Chicago suonando blues e jazz e mischiando, con la sua voce potente e la sua chitarra altrettanto incisiva, elementi di blues e di swing alla musica e ai testi sacri. Forse fu proprio per questo che diventò famosa e che fu tanto richiesta sia nelle chiese sia nei night-clubs, così come richiesti erano i suoi dischi, acquistati sia dall’uno sia dall’altro popolo. A Chicago, sicuramente, Rosetta sviluppò il suo stile, ma fu solo dopo il trasferimento a New York che cominciò ad incidere, nel 1938.
Fece anche tante altre cose a New York, Sister Rosetta, appena arrivata s’assicurò un ingaggio al Cotton Club di Harlem con Cab Calloway e al Cafe Society, fu la prima cantante nera di gospel ad esibirsi all’Apollo Theater nel 1943, una dei primi vocalist neri ad apparire in tv e calcò palcoscenici profani anche in Europa. Supportata dall’ Orchestra di Lucky Millinder, interpretò con stile sprezzante, seppur garbato, la splendida “Trouble In Mind” un pezzo misto di swing & blues, continuando poi, sempre nel 1941 e sempre nella frizzante Grande Mela con la favolosa “Shout, Sister, Shout”, brano di Millinder stesso che potrebbe essere visto come manifesto caratteriale della Tharpe con, verso la fine, quell’allegro ”Alleluja”.
Nel 1967 partecipò anche al Newport Jazz Festival, una delle sue ultime importanti apparizioni. Dalla metà degli anni sessanta in poi, infatti, si dovette accontentare di cantare in minuscole chiese di minuscole città in giro per gli States, dove tutti le chiedevano i suoi vecchi hits.
Riuscendo così a campare di quelli non produsse più niente e finì male i suoi giorni, ebbe un infarto nel 1970 durante un tour in Europa, l’anno dopo le amputarono una gamba a causa del diabete e nel 1973 a Philadelphia, pronta ad entrare di nuovo in studio a registrare, ebbe un secondo, infarto e.. morì.
Non è un certo un caso se, anche lei, come Howlin’ Wolf, Muddy Waters, Count Basie, Louis Armstrong, Nat King Cole, Billie Holiday… ha la sua immagine su un francobollo delle Poste americane.
Rosetta è stata fonte d'ispirazione per ogni rocker del dopoguerra, da Elvis Presley a Jerry Lee Lewis, da Chuck Berry a Little Richard. C'è un video edito dalla BBC (guarda appena sotto) , un video che adoro, si vede Rosetta che accompagnata sul palco (la scenografia è una stazione ferroviaria) da Cousin Joe Pleasant, si appende al collo la sua Gibson SG nonostante la stazza e attacca a suonare in una chiave sbagliata. Ma lei non fa una piega, si gira verso la band, grida "gimme the key" e comincia.... a far sognare con il suo fantastico assolo. The Queen!
Nata in una piantagione di cotone in Arkansas, ha iniziato ad esibirsi all'età di quattro anni, accompagnando la madre che suonava il mandolino. Alla fine del 1920 si trasferì con la famiglia a Chicago suonando blues e jazz e mischiando, con la sua voce potente e la sua chitarra altrettanto incisiva, elementi di blues e di swing alla musica e ai testi sacri. Forse fu proprio per questo che diventò famosa e che fu tanto richiesta sia nelle chiese sia nei night-clubs, così come richiesti erano i suoi dischi, acquistati sia dall’uno sia dall’altro popolo. A Chicago, sicuramente, Rosetta sviluppò il suo stile, ma fu solo dopo il trasferimento a New York che cominciò ad incidere, nel 1938.
Fece anche tante altre cose a New York, Sister Rosetta, appena arrivata s’assicurò un ingaggio al Cotton Club di Harlem con Cab Calloway e al Cafe Society, fu la prima cantante nera di gospel ad esibirsi all’Apollo Theater nel 1943, una dei primi vocalist neri ad apparire in tv e calcò palcoscenici profani anche in Europa. Supportata dall’ Orchestra di Lucky Millinder, interpretò con stile sprezzante, seppur garbato, la splendida “Trouble In Mind” un pezzo misto di swing & blues, continuando poi, sempre nel 1941 e sempre nella frizzante Grande Mela con la favolosa “Shout, Sister, Shout”, brano di Millinder stesso che potrebbe essere visto come manifesto caratteriale della Tharpe con, verso la fine, quell’allegro ”Alleluja”.
Nel 1967 partecipò anche al Newport Jazz Festival, una delle sue ultime importanti apparizioni. Dalla metà degli anni sessanta in poi, infatti, si dovette accontentare di cantare in minuscole chiese di minuscole città in giro per gli States, dove tutti le chiedevano i suoi vecchi hits.
Riuscendo così a campare di quelli non produsse più niente e finì male i suoi giorni, ebbe un infarto nel 1970 durante un tour in Europa, l’anno dopo le amputarono una gamba a causa del diabete e nel 1973 a Philadelphia, pronta ad entrare di nuovo in studio a registrare, ebbe un secondo, infarto e.. morì.
Non è un certo un caso se, anche lei, come Howlin’ Wolf, Muddy Waters, Count Basie, Louis Armstrong, Nat King Cole, Billie Holiday… ha la sua immagine su un francobollo delle Poste americane.
Rosetta è stata fonte d'ispirazione per ogni rocker del dopoguerra, da Elvis Presley a Jerry Lee Lewis, da Chuck Berry a Little Richard. C'è un video edito dalla BBC (guarda appena sotto) , un video che adoro, si vede Rosetta che accompagnata sul palco (la scenografia è una stazione ferroviaria) da Cousin Joe Pleasant, si appende al collo la sua Gibson SG nonostante la stazza e attacca a suonare in una chiave sbagliata. Ma lei non fa una piega, si gira verso la band, grida "gimme the key" e comincia.... a far sognare con il suo fantastico assolo. The Queen!
Sister Rosetta Tharpe Didn't It Rain
Shout Sister Shout - Sister Rosetta Tharpe