Il grande successo arrivò alla fine degli anni '40. Il suo album «Anita», elevò la sua carriera verso uno stabile successo.
Lavorò, per ricordare qualche nome, con Louis Armstrong, Dinah Washington e Thelonious Monk. Anita O'Day è stata la più sofisticata e grande cantante jazz di pelle bianca, l'unica che possa essere paragonata alle supreme Fitzgerald, Holiday e Vaughan, tra i suoi successi più famosi vi sono "Sweet Gorgia Brown", "Honeysuckle Ros", "And Her Tears Flowed Like Wine" e "Tea for Two".
A Newport nel 1958 incantò tutti con la sua memorabile apparizione al Newport Jazz Festival immortalata nel film "Jazz On A Summer's Day" con le interpretazioni di "Tea For Two" e "Sweet Giorgia Brown" .
La sua vita pero' non fu quasi mai serena. Piu' volte fu arrestata per possesso di stupefacenti e per ubriachezza, tanto da essere ribattezzata la ''Jezabel del jazz'', come ha raccontato lei stessa nell'autobiografia "Hard Times, High Times". E' stata poi un'innovatrice dello stile, prima artista a rinunciare all'abito da sera per le sue esibizioni e a indossare piu' semplicemente completi giacca, camicia e cravattino, i capelli raccolti, la gestualità determinata, imporrà un'estetica assolutamente innovativa e provocatoria per i tempi, rappresentando la negazione dello stereotipo femminile, tutta ancheggiamenti e seduzione, tanto da far sospettare una sua celata omosessualità.
Anita O'Day rivoluzionò il canto delle grandi orchestre, quando le cantanti erano incendiate dai solisti della tromba e dal bopping insistente del piano, rimase attiva fino a tarda età, il suo ultimo disco "Indestructible!" uscì nel 2006.
Il 23 novembre 2006 Anita morì nel sonno la notte del Giorno del Ringraziamento, in un ospedale di West Hollywood. Convalescente da una polmonite, due giorni prima aveva chiesto di essere dimessa.
*** SCAT (dal sito di Jazz Italia - http://www.jazzitalia.net) Lo scat è una tecnica di canto jazz usata in particolare per l'improvvisazione vocale che utilizza una quantità indeterminata di fonemi a scelta dell'interprete. Nello scat il cantante fa a meno del testo e inventa un suo particolare proto-linguaggio funzionale alle proprie invenzioni ritmico/melodiche. Con lo scat la voce acquista la stessa assoluta libertà articolatoria del fraseggio jazzistico degli altri strumenti dell'orchestra.
La leggenda dice che l'inventore dello scat fu proprio Louis Armstrong il quale, nel 1926, durante la registrazione di Heebie Jeebies con il suo gruppo "The Hot Five", si trovò a dover improvvisare una parte della canzone con sillabe inventate perchè gli era caduto il foglio con le parole dal leggio. Leggenda, perchè sia lo stesso Armstrong che già altri da qualche tempo vocalizzavano le canzoni, ricercando con la propria voce quella qualità di improvvisazione che la potesse elevare a un livello strumentale.
Ogni cantante di scat usa una propria sillabazione caratteristica (scat words) che, insieme con il timbro della voce, lo identifica immediatamente.
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