venerdì 24 giugno 2011

Valaida Snow & la Swing Craze


Valaida Snow a New York
Tra gli anni Trenta e la seconda guerra mondiale nasce, si sviluppa ed esplode la moda del jazz, con il fenomeno della "Swing craze", la "pazzia" per la musica sincopata.
Valaida Snow
Valaida Snow
Di questi fantastici anni oggi voglio ricordare una grande trombettista e cantante (una delle mie preferite insieme a Lady Day... Billie Holiday) che è stata probabilmente la pioniera delle esecutrici in questo strumento, oltre ad esser una eccellente cantante ed una apprezzata arrangiatrice: Valaida Snow. 
Nata il 2 giugno 1905 nella città di Chattanooga nel Tennnessee era conosciuta come “La Regina della tromba e della canzone”, “La Donna Louis Armstrong”, “Little Louis” e “Lady Louis”. Sua madre Etta, musicista di professione, le impartisce lezioni di musica tanto che Valaida imparerà presto a cavarsela con diversi strumenti: violoncello, basso, violino, banjo, fisarmonica, sassofono e tromba. Come molti artisti del tempo, l'eclettismo diventerà una caratteristica peculiare delle sue esibizioni. Era un’artista eccezionale sapeva suonare con abilità, cantava magnificamente, era elegante, sapeva ballare benissimo e sul palco aveva grande feeling ed un eccezionale carisma. Valaida Snow aveva una voce gentile e curata, diversa dalle cantanti nere dell’epoca che possedevano un timbro più “grezzo” e “volgare”,  con la tromba poteva suonare alla pari con i migliori strumentisti dell’epoca, era  sicura su tutti i registri ed aveva grande gusto musicale.
Valaida è stata una delle prime artiste di jazz a ricevere particolari attenzioni della stampa dell’epoca
, che scriveva sulla sua vita privata.  Era famosa per la sua musica, ma anche per la sua vita stravagante, per i suoi vestiti, per le automobili lussuose. Era una vera prima donna del jazz, attraente e con grande talento musicale. Nel 1922 è con la troupe di Will Mastin, con  uno spettacolo dal titolo  "Holiday in Dixieland" e sempre nello stesso anno lavora nel famoso cabaret di Harlem di Barron Wilkins. L'anno successivo sarà nel cast di Mamie Smith. Nel 1924 è impegnata nello show "Chocolate Dandies" di Noble Sissle e Eubie Blake, che sarà in tournée sei mesi prima di debuttare a Broadway. Josephine Baker e Lena Horne sono nel suo coro.
Sarà l'inizio di un periodo di lavoro intenso che le servirà come esperienza e che la porterà in Europea e in Oriente. Alternerà sempre il canto, la tromba e il ballo, accompagnata dalla sua band.




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1. Caravan / 2. Chloe / 3. Dixie Lee (1936)
4. Don't Know If I'm Comin' Or Goin'
5. High Hat, Trumpet and Rhythm 1935
6. I Can't Believe That You're In Love With Me
7. I Can't Dance (I Got Ants In My Pants)
8. I Can't Give You Anything But Love
9. I Got Rhythm


Valaida Snow
Se Josephine Baker aveva scioccato l'Europa con la sua trasgressione e libertà, Valaida aveva fatto lo stesso in America. Vestiva in modo eccentrico, portava abiti colorati, lussuosi, viaggiava nella sua Mercedes Benz color orchidea, portando con sé la sua scimmietta, che vestiva allo tesso modo dello chauffeur.Visse una vita intensa, ma come spesso accade ai grandi, non mancarono alti e bassi. Nei difficili anni trenta il nome di Valaida era spesso nelle cronache dei giornali che si occupavano della gente di colore. La Grande Depressione aveva portato molta disoccupazione e l'alternativa al sistema economico era talvolta, nelle grandi città, fornita dai night-clubs gestiti dai gangsters, che assumevano musicisti e ballerini nei loro locali. Se poi un'artista oltre che suonare sapeva anche ballare e cantare, era anche più conveniente, perché più prestazioni venivano pagate al prezzo di una. Chicago le offrirà l'occasione di lavorare al Sunset Café con Earl Hines con cui inciderà "Maybe I'm to Blame", poi la vedremo all'Apollo Theatre di Harlem.
Valaida Snow
Trovò grande fama anche in Europa e allo scoppio della seconda guerra mondiale, mentre rientrava da un tour in Danimarca e Svezia, fu imprigionata dai nazisti. La sua buon'amica Josephine Baker l'aveva avvertita di scappare prima possibile, ma per Valaida è troppo tardi. Sarà in Europa che vivrà l'esperienza più dolorosa della sua vita. E' internata in un campo di concentramento dove rimane, quasi due anni. L'accusa sembrava fosse detenzione di stupefacenti e furto.
Con l'aiuto di amici influenti, grazie ad uno scambio di prigionieri, viene liberata e ritorna in America nel '42. Cercò di rimettere in ordine la sua vita, ma non fu più la stessa.
Nei primi anni '50 registrò qualche pezzo (Tell me how long the train has been gone, When a woman loves a man, Porgy, The more I know about love).
Il 30 maggio 1956, durante l’esecuzione al Theater Palace di Brooklyn, New York, Valaida ebbe un ictus e morì sul palco, la sua fu una morte da molti artisti ambita.

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